Una delle spiagge più belle del Portogallo
Poche formalità e tanti vantaggi. Vivere in Portogallo, per i pensionati italiani, significa niente tasse sulla pensione per i primi 10 anni se si diventa "residenti non abituali". È questa l'arma con cui il Portogallo ha attratto in questi ultimi anni migliaia di pensionari europei. Le regole sono semplici: è sufficiente vivere almeno 183 giorni l’anno in Portogallo per assumere lo status di "residente non abituale" e il gioco è fatto, per dieci anni la pensione è esentasse. Che significa esentasse? L’Inps l’accredita lorda, come previsto dagli accordi bilaterali. E l’erario locale non effettua alcun prelievo.
Questo significa che una pensione di 1.000 euro al mese diventa subito di 1.300 euro e, per di più, la vita in Portogallo è meno cara e più sicura. Un numero sempre maggiore di anziani sceglie la fuga in paesi con condizioni fiscali migliori rispetto all’Italia. Dal 2010 al 2015, il numero dei pensionati emigrati è più che raddoppiato, passando dai 2.553 ai 5.345.
Ma perchè il Portogallo? Qui è anche la qualità della vita rispetto ai costi ad essere diversa. Un appartamento a Lisbona costa in media il 25% in meno rispetto a uno di pari dimensioni a Roma, per un caffè al bar sono sufficienti 60 centesimi, al ristorante con soli 10/15 euro si mangia pesce fresco. E alla fine del mese la differenza, per chi non ha patrimoni importanti, si sente. Un pensionato che in Italia con 850 euro fatica ad arrivare a fine mese, in Portogallo, con la sua pensione che lievita a 1.150 euro e la vita meno cara, fa il signore.