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Sono pronte le misure di sostegno per la fase 2, ma la coperta è corta e troppe agevolazioni frammentate non avranno efficacia

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Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte

Coronavirus Fase2, il Governo è al lavoro sul decreto maggio: incontro con le parti sociali alle 18 il premier incontra i sindacati.  Non c'è ancora l'intesa anche sulle norme a sostegno delle aziende, ricapitalizzazioni con risorse pubbliche e stanziamenti a fondo perduto. Tensioni anche sul Reddito d'Emergenza. Insomma la coperta è corta, i soldi non si trovano e le tante, forse troppe, agevolazioni frammentate che il Governo vuole mettere in campo rischiano di non avere efficacia. Congedi parentali, voucher baby sitter, rate dei mutui e bollette sospese. Ciambelle di salvataggio per le famiglie italiane in difficoltà di fronte all’emergenza causata dal coronavirus. Troppe ma insignificanti agevolazioni, frammentate in “mille” rivoli, che rischiano di non produrre effetti positivi sull'economia italiana messa in ginocchio dalla pandemia.

Già prima del coronavirus in Italia si stimavano 1 milione e 800mila famiglie in povertà assoluta, pari al 7% del totale: l’equivalente di 5 milioni di individui, pari all'8,4% della popolazione. E adesso, con il lockdown, sono tantissime le famiglie rimaste senza lavoro e senza reddito, scivolando così nella povertà più assoluta, perchè succede questo quando si hanno redditi che a mala pena bastano ad arrivare a fine mese provvedendo solo a spese alimentari e utenze.

Oggi da ogni parte si grida alla disperazione, anche da parte di professionisti e partite Iva che vivono in posti come Taormina o come Venezia dove i prezzi sono inaccessibili per la gente comune, eppure anche loro cercano di tirare la coperta dalla loro parte. Si spera solo che questo Governo prima di dare soldi a imprese e commercianti dia uno sguardo alle loro ultime dichiarazioni dei redditi per capire e per non rischiare di dare soldi a evasori e imbroglioni. La cosa migliore da fare sarebbe, piuttosto che dare spiccioli e questa o quella attività lasciando alla fine scontenti tutti, investire tutto il denaro disponibile nella riforma dell'Irpef e dell'Iva, tagliando drasticamente le tasse a pensioni e redditi più bassi in modo da lasciare più denaro nelle tasche di chi ha davvero bisogno di consumare, solo così i consumi aumenterebbero e crescerebbe anche l'economia. Non serve a nulla dare soldi agli imprenditori per non licenziare i lavoratori se non c'è nessuno che compra i beni prodotti, così come non servono gli incentivi se le famiglie non hanno soldi da spendere.






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