Un tempo, prima che venisse realizzato l'impianto del polo industriale Siracusa-Priolo Gargallo, una mega industria petrolchimica che inquina l'aria, ma non solo, di questi incantevoli posti, la salina e l'habitat costiero a dune erano estesi per diversi chilometri.
Quello che è rimasto oggi è un piccolo lembo del tratto costiero, rimasto incontaminato dalla mano dell'uomo, e salvaguardato grazie alla Riserva Naturale Orientata "Saline di Priolo" istituita dalla Regione Siciliana nel 2000 ed affidata in gestione alla Lipu.
Il compito della Riserva è quello di fermare l'intervento umano nella continua e diffusa trasformazione di questa zona costiera che ha una sua rilevante testimonianza storica e culturale, e inoltre l'interesse a mantenere intatte anche piccole superfici di zona umida per il mantenimento della ricchezza faunistica del territorio.
Rilevante in questo piccolo paradiso naturale è anche la nidificazione di anatidi quali la Moretta tabaccata, la Volpoca e il Mestolone. Per questi ultimi due in riserva sono stati documentati i primi casi di nidificazione per la Sicilia. In autunno, in particolare, si osservano stormi di diverse migliaia di limicoli, centinaia di ardeidi, migliaia di mignattini, e numerose altre specie.
A poche centinaia di metri dalla Riserva naturale Saline di Priolo si trova la Penisola Magnisi, un'area di inestimabile valore archeologico e naturalistico. In tutta la zona, infatti, si trovano infinite testimonianze della civiltà preistorica e protostorica (XV-IX a.C.) di Thapsos.
La Riserva è aperta al pubblico tutto l'anno e tutti i giorni. Visite guidate per gruppi o scolaresche devono essere prenotate, contattando gli uffici della Riserva (trovate i
recapiti nel sito della riserva).
A me è piaciuta tanto la visita a questa Riserva, ho camminato in mezzo alla natura, osservando flora e fauna difficilmente presenti nei luoghi che frequentiamo ogni giorno. La riserva è facilmente raggiungibile e si può parcheggiare in strada (d'estate si pagano le strisce blu presenti). L'ingresso è comunque gratuito, strano ma vero. Peccato che l'incendio del 2019 ha mandato in fumo i capanni di osservazione e reso impraticabili alcuni percorsi che permettevano di avvicinarsi alla palude e quindi osservare meglio alcune specie di uccelli. Oggi c'è un solo capanno con le finestre di osservazione, un consiglio armatevi di binocolo o reflex con teleobiettivo se volete vedere qualcosa.
Basta un'oretta per visitare questa Riserva con i suoi sentieri immersi nel verde e con il capanno che consente di ammirare "da vicino" i fenicotteri, la consiglio per chi volesse trascorrere una mattinata rilassante e diversa dal solito. Vi posto qui sotto qualche mia foto: