Ah, che meraviglia la Sicilia! Ogni volta che ci torno, è come se il tempo si fermasse… e il mio ultimo viaggio a Scicli, in provincia di Ragusa, è stato un vero incanto. Ci sono arrivato durante la Settimana Santa, un periodo che lì ha un’intensità particolare, quasi mistica. E credimi, me lo porterò nel cuore per sempre.
Scicli è un gioiello barocco incastonato tra le colline e il mare, con le sue chiese scolpite nella pietra, i vicoli che si arrampicano sulle colline, e quella luce dorata che accarezza tutto, soprattutto al tramonto. Appena arrivato, ho fatto una lunga passeggiata tra le viuzze del centro storico — Via Mormina Penna, patrimonio dell’UNESCO, è semplicemente spettacolare. Ti perdi tra palazzi nobiliari, balconi fioriti e il profumo del pane appena sfornato che ti rincorre ad ogni angolo.
Ma il momento clou del viaggio? La rievocazione della Crocifissione di Gesù. Una rappresentazione toccante, intensa. Si tiene nel quartiere di San Guglielmo, in una scenografia naturale che sembra uscita da un film, con le rocce e i vicoli a fare da palcoscenico. Gli attori, tutti del posto, ci mettono l’anima. Ogni gesto, ogni sguardo raccontava una storia di fede e tradizione. Vedere Gesù che trascina la croce lungo il Calvario, accompagnato da centurioni romani e donne piangenti… beh, ti giuro, avevo i brividi. Non c’era un solo spettatore che non fosse commosso. Un silenzio sacro, rotto solo dai tamburi e dai canti lenti e struggenti.
E poi… il cibo, ovviamente! Ho mangiato come un re — e con una gioia da bambino. La prima sera mi sono infilato in una trattoria a gestione familiare (di quelle con i tavoli di legno, i piatti scompagnati e la nonna in cucina) e ho ordinato un piatto di scacce — sottili focacce ripiene, io ho preso quella con pomodoro, ricotta e cipolla. Sublime! Ma la vera sorpresa è stata la mpanatigghia: un dolcetto tipico con un ripieno di carne e cioccolato. Lo so, sembra strano… ma è un’esplosione di sapori, un mix dolce-salato che ti spiazza e poi ti conquista.
Ah, e non posso non nominare la granita di mandorla con brioche calda al mattino. Seduto su una piazzetta, con il sole tiepido sulla faccia e i gabbiani che planano sopra le cupole barocche… mi sono sentito semplicemente felice.
Scicli è una città che ti abbraccia con la sua bellezza, ti commuove con la sua spiritualità e ti coccola con la sua cucina. È stata un’esperienza che ha coinvolto tutti i sensi, un viaggio nell’anima siciliana più autentica.
Ci tornerò, oh se ci tornerò. Magari per la Festa della Madonna delle Milizie… ma questa è un’altra storia!