Il vitalizio a parlamentari ed ex consiglieri delle Assemblee regionali, che cos'è e a quanto ammonta - Il Blog di Giuseppe. Testata on line. Blog d'approfondimento delle notizie con particolare interesse per la Sicilia - Borghi e dintorni della Sicilia

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Il vitalizio a parlamentari ed ex consiglieri delle Assemblee regionali, che cos'è e a quanto ammonta

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Tabella vitalizi dei parlamentari

Il vitalizio è una prestazione economica erogata nei confronti di coloro che hanno svolto incarichi presso assemblee di natura elettiva cessati dall'incarico. Spesso il termine è associato a Deputati e Senatori ma esistono "vitalizi" anche per ex-parlamentari del Parlamento Europeo e per ex-consiglieri delle Assemblee Regionali.

Ma cos'è un vitalizio? Il vitalizio è una prestazione economica sui generis, è pagata direttamente dalle rispettive assemblee elettive e non dall'Inps come accade per i lavoratori "comuni". Ciascuna assemblea elettiva (la Camera, il Senato, il Parlamento Europeo o le Regioni) disciplina in completa autonomia le prestazioni conseguibili e le modalità di calcolo senza alcuna interferenza con le norme stabilite per le forme di previdenza pubblica obbligatoria (se la cantano e se la suonano come meglio gli pare, alla faccia del popolo).

Come se non bastasse questo privilegio di per sé, c'è da dire anche che i vitalizi, si possono cumulare sia tra loro che con le normali pensioni. Ad esempio un deputato che ha ricoperto anche il ruolo presso un assemblea regionale potrà ottenere più pensioni: una a carico della Camera, l'altra a carico dell'Assemblea regionale e un'altra ancora a carico delle forme di previdenza pubbliche obbligatorie per la normale attività di lavoro dipendente, autonoma o professionale (chiamateli fessi, si sistemano a vita).


Il Vitalizio Parlamentare
Per quanto riguarda Deputati e Senatori le prestazioni conseguibili consistono in una pensione diretta di vecchiaia (non c'è quella di anzianità) e in una pensione ai superstiti (non c'è una prestazione di invalidita').

Il vitalizio di vecchiaia si consegue al 65° anno di età dopo cinque anni effettivi di mandato più uno sconto di un anno per ogni anno di mandato parlamentare ulteriormente svolto (con due mandati l'assegno si consegue, quindi, a 60 anni). Sino alla XIII legislatura le regole erano però più favorevoli: bastavano 60 anni ed una legislatura ma, se c'erano più di 15 anni di mandato, si incassava a prescindere dall'età anagrafica. Solo per i comuni mortali, cioè la gran parte dei lavoratori italiani ricordiamo che la pensione si consegue a 67 anni.

A decorrere dalla XVI legislatura è stata, inoltre, soppressa definitivamente la facoltà di riscattare, mediante contribuzione volontaria, gli anni di mandato non esercitati in caso di legislature incomplete (in origine era possibile farlo senza limiti, poi dalla XV legislatura fu inserito il vincolo di almeno 2 anni e sei mesi di mandato). A seguito di tale soppressione i periodi di versamento dei contributi coincidono ora necessariamente con gli anni effettivi di mandato che, pertanto, non devono essere inferiori a 5 anni (rectius: 4 anni, 6 mesi ed un giorno) pena il mancato conseguimento del vitalizio.

Trattamento ai Superstiti
La prestazione ai superstiti spetta a favore del coniuge e/o dei figli sino a 26 anni (o inabili a prescindere dall'età anagrafica) nella misura pari al 60% della pensione spettante al defunto. Per l'attribuzione della prestazione, tuttavia, il parlamentare in carica al 31.12.2011 o cessato dalla carica prima di tale data doveva versare (facoltativamente) un contributo aggiuntivo del 25% per almeno cinque anni. Dal 2012, inoltre, è stata abrogata la norma che consentiva il riscatto dei contributi in favore degli eredi nel caso non fosse maturato il diritto a pensione.


Misura del Vitalizio Parlamentare
Sino alla XIII legislatura l'importo del vitalizio variava da un minimo del 25 per cento a un massimo dell'85,5 per cento dell'indennità parlamentare lorda, a seconda degli anni di mandato parlamentare. Dalla XV legislatura l'importo fu ridotto tra un minimo del 25 per cento a un massimo dell'80 per cento dell'indennità parlamentare raggiungibile con 30 anni di mandato parlamentare. A partire dalla XVI legislatura l'importo dell'assegno vitalizio è stato ulteriormente ridotto da un minimo del 20 per cento ad un massimo del 60 per cento raggiungibile con 15 anni di mandato parlamentare. Queste regole, in realtà, hanno trovato applicazione sino al 31.12.2011. Le delibere del 2011 degli uffici di presidenza di Camera e Senato hanno fissato, infatti, a partire dal 1° gennaio 2012, il criterio di calcolo contributivo nel rispetto del principio del pro-rata.




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