
Ci sono persone — spesso le più vicine, quelle che il sangue ti ha messo accanto ma che il cuore non avrebbe mai scelto — che trovano conforto nel parlare male di te. Non per verità, non per giustizia… ma per mancanza. Di vita, di luce, di coraggio. Parlano perché non hanno nulla da dire su sé stessi. Parlano perché il tuo nome riempie i loro silenzi, mentre tu riempi la tua vita di conquiste.
A me non offende. Mi conferma.
Mi dice che sto camminando troppo in alto perché loro possano seguirmi.
Mi ricorda che l’invidia è l’unico applauso che l’infelicità sa concedere al talento.
E così, mentre qualcuno spalma fango col cucchiaino, io ci costruisco castelli.
Mura alte, solide, fatte di dignità, forza e silenzio.
Continua pure, se vuoi. Ogni tuo pettegolezzo è un inchino involontario alla mia superiorità.
Ogni parola sussurrata alle spalle è solo eco della tua frustrazione e del mio passaggio.
Io non ti nomino. Eppure ti tolgo il sonno.
Non è magia, è presenza. È quello che succede quando la tua vita brilla troppo forte per occhi abituati al buio.
Firmato:
Quello che ti disturba solo con l’esistenza.