Il sindaco di Acireale foto di FanCity Acireale
Sono otto le persone arrestate dalla Guardia di Finanza di Catania con l'accusa di corruzione e turbativa d’asta al termine delle indagini sui Comuni di Acireale e Malvagna (Messina).
Tra i destinatari del provvedimento cautelare, cinque in carcere e tre ai domiciliari, emesso dal Gip su richiesta della Procura distrettuale di Catania, c'è anche il sindaco di Acireale, Roberto Barbagallo, vicino al Pd, anche se eletto con una lista civica. Sono diversi gli episodi di corruzione e turbativa d’asta contestati agli arrestati.
Le misure cautelari in carcere riguardano il sindaco di Acireale, Roberto Barbagallo, Salvatore Di Stefano, Giovanni Barbagallo, Anna Maria Sapienza e Salvatore Leonardi. Agli arresti domiciliari, invece, sono finiti Maria Ferdinando Garilli, Angelo La Spina e Nicolò Urso.
A pochi giorni dal voto, sulla campagna elettorale si abbatte come uno tsunami l'inchiesta coordinata dal procuratore capo di Catania, Carmelo Zuccaro, e condotta dalle Fiamme Gialle di Catania. Si perchè il sindaco di Acireale, delfino e ombra del deputato regionale Nicola D'Agostino, candidato tra le fila del Pd alla Camera, è accusato, insieme al luogotenente della polizia municipale del comune di Acireale, Nicolò Urso, di concorso in induzione indebita a promettere utilità, cioè voti al Partito Democratico.
Speriamo che le Forze dell'Ordine e la Magistratura tengano la guardia alta in tutte le regioni e comuni d'Italia perchè questa sembra essere una prassi consolidata dei vecchi partiti.
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