Migranti a Lampedusa
Alcuni corsi, in realtà, sono già attivi. Come quelli, destinati appunto ai rifugiati, istituiti dal Politecnico di Torino e dall'Università Cà Foscari di Venezia con indirizzo riguardante i beni culturali.
Ora però, come annunciato dal ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, l'Italia si sta impegnando in prima fila in un progetto europeo per costruire delle "corsie educative" che consentano a rifugiati e richiedenti presenti nel nostro Paese, di proseguire i loro studi nelle nostre scuole di alta formazione e nelle università.
"L'Italia è il primo Paese che ha attuato una politica solida per quanto riguarda i migranti e siamo assolutamente favorevoli ed impegnati per la costruzione di percorsi nei sistemi universitari europei", ha detto la Giannini, "Pensiamo che questi ragazzi siano una risorsa ed abbiano il diritto di completare la propria istruzione. Siamo orgogliosi di essere il primo Paese che aderisce a questo progetto".
Secondo fonti del ministero, questo progetto verrà finanziato con i fondi delle università, anche se non è esclusa la creazione di un fondo ad hoc in ciascun ministero coinvolto.
Questo progetto arriva dopo l'altro della collega della Giannini, il ministro Lorenzin, che a partire dal mese di luglio darà la tessera sanitaria ai migranti. Secondo la Lorenzin, entusiasta di questo progetto, "Conterrà tutti i dati sanitari del migrante e ci permetterà di tracciare lo stato di salute di chi entra in Europa, mentre sotto il profilo della sicurezza permetterà la tracciabilità delle persone".
Con l'Istituto nazionale salute, migrazioni e povertà (Inmp), l'Italia si mette alla testa di un progetto che punta a garantire agli immigrati, che sbarcano nel Belpaese, le cure sanitarie. A nostre spese ovviamente, giusto per non passare razzisti agli occhi dei tanti buonisti.
