La Via Crucis Vivente a Scicli (Rg)
Ricordate le nove piaghe d'Egitto narrate nell'Antico Testamento? Prima l’acqua si mutò in sangue, poi rane, zanzare e mosche invasero l’Egitto, quindi una morìa colpì il bestiame. In seguito una piaga ulcerante si sparse fra uomini e animali, dal cielo piovvero ghiaccio e fuoco, giunse il flagello delle locuste e infine calarono le tenebre.
Secondo il racconto, però, queste nove prodigiose calamità non bastarono a piegare l’orgoglio e l'arroganza del Faraone che non volle convincersi a lasciar partire il popolo ebreo, che fino ad allora aveva vissuto in Egitto in schiavitù. Dio mandò quindi la decima. Gli Ebrei, guidati da Mosè, furono così avvisati: ciascuna famiglia avrebbe dovuto sacrificare un agnello e col suo sangue segnare l’architrave e gli stipiti della porta della loro casa. Dio, sceso sull’Egitto, avrebbe ucciso il primogenito di ogni famiglia, ma il suo castigo non avrebbe visitato le case così. Il Faraone, che perse suo figlio, alla fine dovette arrendersi e lasciò partire gli Ebrei, che si narra siano fuggiti attraverso il Mar Rosso.
Dunque "passare oltre", come indica il termine pasah, di origine aramaica giunto però a noi attraverso il greco pascha, oppure "passaggio, liberazione" nel significato del termine Pesach che sarebbe il nome che ancora conserva la Pasqua ebraica.
In ogni caso, sia che si festeggi la Pasqua giudaica, rievocazione della fuga dall’Egitto, sia che si festeggi la Pasqua cristiana, il significato profondo della Pasqua rimane il passaggio, un passaggio verso la libertà e quindi verso la felicità. La Pasqua è oggi infatti un momento così festoso che diventa l’antonomasia della festa e della gioia, tanto che siamo portati a dire spesso: esser felici come una Pasqua.
Auguri a tutti!