Gianfranco Miccichè, presidente dell'Ars
Lo scrive oggi Giancarlo Cancelleri, Movimento 5 Stelle in Sicilia, sulla sua pagina facebook: "Oggi la Sicilia è tornata indietro di 10 anni. Era il luglio 2006 quando Gianfranco Miccichè fu eletto per la prima volta presidente dell'Ars. 11 anni dopo è di nuovo lì, e con lui tutto quel sistema politico che ha distrutto la nostra isola.
Quando in campagna elettorale vi dicevamo che la Sicilia correva il rischio di sprofondare nel passato non scherzavamo. Non scherzavamo nemmeno quando dicevamo che votando il Pd avreste votato Miccichè: oggi infatti la sua elezione è avvenuta grazie ai voti del Partito Democratico. Un Renzusconi in salsa sicula che anticipa quello che succederà a livello nazionale.
L’unica consolazione è che stavolta ci sarà il Movimento 5 Stelle a vigilare. Fermeremo ogni loro porcata. Oggi ad esempio abbiamo smascherato il deputato di maggioranza che ha mostrato la scheda col proprio voto (segreto) a un assessore di Musumeci per dimostrare la sua obbedienza al partito.
Ci sono insomma tutti i presupposti per farci rimpiangere Crocetta. Il che è davvero terrificante..."
E il senatore Mario Michele Giarrusso, anche lui Movimento 5 Stelle, rincara la dose scrivendo sulla sua pagina ufficiale facebook:
"Numerose volte, nel corso degli anni, Micciché è salito agli onori delle cronache per episodi e uscite non certo edificanti. Nel 1988, mentre lavorava per Publitalia, viene interrogato nell’ambito di un’inchiesta sul traffico di droga a Palermo e afferma: “Non sono uno spacciatore ma solo un assuntore di cocaina”. La stessa questione ritorna a galla nel 2002: un’informativa dei Carabinieri lo accusa di farsi recapitare periodicamente la cocaina agli uffici del Ministero delle Finanze dal corriere Alessandro Martello, che poteva entrare indisturbato negli edifici nonostante non fosse un soggetto accreditato. Martello patteggiò poi un anno di reclusione e negò che la droga fosse per Micciché.
Negli anni novanta l’industriale e poi collaboratore di giustizia Lorenzo Rossano lo accusò di essere appoggiato da dei boss mafiosi: “L’onorevole Micciché aveva preso, con personaggi mafiosi di Brancaccio, impegni a favore di un candidato ottenendone in cambio un supporto economico ed elettorale per tutto il partito da lui rappresentato in Sicilia, cioè Forza Italia. Personaggi che io consideravo molto influente a Monreale, come Onofrio Greco, Geppino Pupella, Ciccio Mortillaro, Bino Catania, Franco Madonia accolsero Micciché con grandi onori e molta reverenza”. E ancora: “Silvana Tedeschini mi disse che per i miei interessi nel mondo imprenditoriale non mi conveniva mettermi contro Micciché, portato da personaggi di grossissimo spessore politico, e, mi fece capire, anche mafioso. Aggiunse che da lì a poco sarebbe diventato l’uomo politico più potente della Sicilia”.
Fu sottoposto a un controllo della DIA dopo le elezioni del 1994 e le accuse di Rossano insieme al fratello Guglielmo e al padre Gerlando, ma l’indagine venne archiviata. Nel 2001, quando il Ministro alle Infrastrutture Lunardi sostenne che “con mafia e camorra dobbiamo convivere”, Micciché lo difese a spada tratta: “Se per fare gli appalti dovessi aspettare che finisca la criminalità mafiosa allora non partiremmo mai”. Nel 2002 i Ros lo fotografano mentre incontra l’ex sindaco mafioso di Palermo Vito Ciancimino.
Sull’aeroporto di Palermo dedicato a Falcone e Borsellino, affermò sia nel 2007 che nel 2012: “Io l’aeroporto lo intitolerei ad Archimede o ad altre figure della scienza, positive. Non ci si presenta ai tanti turisti che accoglie la Sicilia con il sangue di una delle più profonde e, ancora non sanate, ferite della nostra terra. È una scelta di marketing sbagliata”. Sulla trattativa Stato-mafia si distinse per queste parole: “Non capisco a cosa possa servire un’indagine che riguarda fatti avvenuti più di vent’anni fa, che vede gli esecutori mafiosi tutti in carcere condannati all’ergastolo, mentre i politici coinvolti sono tutti morti". #miccichè
Ecco il link sulla sua frase "mi faccio di coca"
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