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Il gioco di Renzi? Lo stesso di un bambino che quando perde porta via la palla

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Anche se Luigi Di Maio ottenesse l'appoggio esterno del Partito Democratico sarebbe comunque un'azione suicida, perchè alla prima occasione, o al primo provvedimento importante dei 5 Stelle come per esempio il reddito di cittadinanza o il dimezzamento delle indennità ai parlamentari, il Pd farebbe mancare i voti necessari al Governo guidato da Di Maio e così tornerebbe a dire: "ecco i 5 Stelle, hanno voluto governare ma non sono stati capaci di far nulla". Risultato? Si tornerebbe al voto. Allora tanto vale tornarci subito, anche con questa legge, non importa, tanto gli italiani hanno capito il gioco di Renzi: prima ha voluto, insieme a Berlusconi, una legge elettorale che non permettesse ai 5 Stelle di vincere, ora che ha scoperto che la sua legge elettorale non permette a nessuno di governare vorrebbe fare l'ago della bilancia, pur essendo uscito con le ossa rotte da queste elezioni.
Secondo me Di Maio sbaglia ad aprire a tutte le altre forze politiche, è vero che il M5S è risultato essere il primo partito politico in Italia con il 32 per cento dei voti ma è anche vero che la legge elettorale parla di coalizione vincente e quindi, se a vincere è stato il centro destra che governasse, non importa se con il Pd o se con la compravendita di parlamentari vogliosi di stare con la maggioranza, che dimostrassero quello che sono capaci di fare.
Una cosa è certa: se il Movimento 5 Stelle andasse al governo insieme al Pd o anche con il solo appoggio esterno del Pd, perderebbe molti suoi elettori e sostenitori, come il sottoscritto.
Tornare alle elezioni subito significa invece, per il M5S, prendersi anche i voti di Leu, cioè di quei elettori che pensavano di aver trovato un'alternativa al Pd, ma che si sono accorti che quella di Grasso e Bersani è stata una iniziativa fallimentare, in tutti i sensi, ancor peggio se si pensa che parlamentari come la Boldrini, Grasso e Bersani, bocciati dagli elettori nel collegio uninominale sono stati ripescati per strani movimenti di voti che questa legge consente. Tornare al voto vuol dire, per Di Maio, contare anche su una buona parte di quel 19 per cento di voti dati al Pd che non hanno avuto nessun valore, considerato anche che il Pd si è distrutto da solo ulteriormente con le ultime mosse di Renzi, sempre più attaccato alla poltrona, sempre più arrogante, sempre più a pensare ai suoi interessi piuttosto che a quelli del Paese.
Di Maio deve stare molto attento a non cadere nel tranello dei volponi della politica. Meglio stare all'opposizione con un governo a guida Leghista e sotto la regia di Berlusconi, che alla prossima tornata, sicuramente non lontana, si avvicinerebbe molto al 50 per cento dei consensi e così potrebbe governare da solo come da sempre auspicato.
Di Maio non stia a perdere tempo con un bambino capriccioso che ora che ha perso vuol partarsi via la palla per non far giocare gli altri.

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