Hotel Vilon a Roma (Foto da Booking)
Tornano i turisti a Roma. Viste le numerose richieste ricevute riapre, in anticipo rispetto alle previsioni, l'Hotel Vilon della Capitale. Le telecamere di Mattino Cinque, sono entrate questa mattina nel piccolo albergo di lusso che si trova in un'ala di Palazzo Borghese, dimora storica del sedicesimo secolo: "Non ci aspettavamo di riaprire così presto", spiega la direttrice Giorgia Tozzi.
Si tratta di un Hotel da 2.800 euro a notte e allora la domanda sorge spontanea: ma chi spende 3000 euro a notte in un Hotel al centro di Roma in questo periodo dove aumentano le famiglie che non riescono ad arrivare a fine mese? E' un affronto, una villania, un insulto a chi in questi mesi aspetta con ansia quei quattro denari della Cassa Integrazione per poter mettere un misero pasto sulla propria tavola. Una vergogna che mostra tutta la desuguaglianza sociale di questo Paese. Una rabbia che cresce quando in questi giorni senti in tv, o leggi sui giornali, di imprenditori e addirittura di vip, che chiedono al Governo di fare in fretta ad inviare loro aiuti per la ripresa, quasi che stessero morendo di fame.
Ieri ho sentito il discorso di Conte, parlava di riforma del Fisco, di riequilibrio nel pagamento delle tasse, ma sinceramente, visti i provvedimenti adottati in questi mesi di emergenza dove 80 miliardi sono stati sprecati in buoni e aiuti a tantissimi che non avevavno bisogno certo dei aiuti per campare, mi sembra l'ennesiam presa in giro per chi da decenni aspetta e spera in una vera lotta alle desuguaglianze.
Siamo sempre alle solite, si parla di povertà ma a decidere sugli aiuti per combattere la povertà si chiamano persone ricche che non sono mai entrate in un supermercato o in una macelleria per fare la spesa. Tutte persone, a cominciare da Conte, che pensano che con 20 o 30 euro di tasse in meno lasciate in tasca a lavoratori o pensionati che prendono meno di mille euro al mese, ma anche qualcoa in più, gli cambi la vita. Assolutamente no. Poveri erano e poveri resteranno. Ma con la scusa di abbassare le tasse ai ceti più bassi si abbassano anche a quelli che già percepiscono due, tre o quattro mila euro al mese netti, al cosiddetto ceto medio, quello che sta comunque bene perchè non soffre e, di certo, non contribuirà all'aumento dei consumi perchè ha già tutto ciò che gli serve.
Per una volta, si dovrebbe davvero ripartire dalle fasce più deboli, da quelli che hanno una macchina con più di dieci anni di vita perchè non riescono a cambiarla, da quelli che del buono bicicletta non sanno che farsene perchè vivono in periferia per pagare un affitto compatibile con le proprie entrate, da quelli che la vacanza non sanno davvero cosa sia, da quelli che, seppur non indigenti, vivono con uno stipendio o una pensione da 1000/1200 euro che al netto delle bollette e dell'affitto consente loro a mala pena di sopravvivere.
Dico ai politici e ai governanti solo una cosa: provate a vivere voi con uno stipendio da 1200 euro e in affitto, fatelo anche solo per qualche mese e poi decidete sulla riforma dell'Irpef.