La produzione di Ceramica di Caltagirone è una tradizione millenaria, legata profondamente alla storia della città. Le "quartare" caltagironesi per contenere il miele erano note ovunque, al pari dell'industria del miele di cui parla il geografo arabo. Dalle fornaci di Caltagirone escono ora vasi ornati a rilievo e dipinti, acquasantiere, lavabi, paliotti d'altare, statuette, decorazioni architettoniche per prospetti di chiese, campanili e case private, pavimenti con ornati a grandi disegni.
Ma la vocazione della città alla ceramica è antica di quattromila anni, dall'età neolitica. L'arrivo degli arabi, nell'anno 828 dopo Cristo, resta comunque una tappa cruciale, perchè insieme a loro arriva anche la ceramica policroma invetriata, una tecnica che resiste ancora oggi, legata ad un innesto di colori, un accostamento di blu e di giallo carico che da allora i ceramisti calatini non hanno mai più abbandonato. E' un'eredità araba, non solo a Caltagirone ma un pò in tutta la Sicilia, l'uso della ceramica come decoro di muri di cinta, di portali, di facciate di palazzi e di chiese, insomma come arredo urbano. Di questa cultura della ceramica, frutto di uno stratificarsi plurimillenario di attività e di esperienze, la città è, in un certo modo, un vero museo all'aperto, il cui restauro e la cui riscoperta, anche se non ancora completati, sono già assai avanzati.