Il Duomo di Cefalù
La Cattedrale normanna è l'asse su cui ancora oggi ruota tutta la cittadina di Cefalù. Rimane un mistero sul perchè, nel 1131, Ruggero II volle far costruire una chiesa così imponente in questa piccola città piuttosto che a Palermo, che era la capitale del suo regno. Certo è che il re normanno volle edificare qui il suo capolavoro: tanto grande da uscire quasi dal campo visivo, severo nel blocco compatto delle due torri, ma prezioso per il caldo colore dorato delle cortine murarie e lo sfavillio dei mosaici all'interno.
Il fatto straordinario è che il tempio normanno, condizionato da prescrizioni liturgiche bizantine, venne realizzato da architetti e maestranze islamiche, presenti ancora in Sicilia nell'ambito di quel linguaggio culturale che legava l'isola alle regioni del Maghreb. Insomma, una meravigliosa sintesi di tre culture, arabo-normanna-bizantina, stimolata dal fatto che il re voleva una chiesa che fosse anche fortezza e monumento funerario.
Alla radice del suo progetto ci fu dunque l'architettura maghrebina dei palazzi-fortezza, la stessa cultura che permise a Ruggero di costruire i capolavori di Palermo. L'interno della Cattedrale è dominato dal solenne ritmo del colonnato e dall'immagine incombente del Cristo Pantocratore (che qui dicono fosse più bello di quello di Monreale) nel catino dell'abside, tutto a mosaici su fondo in oro, con scritte in in greco e latino, di pregevolissima fattura bizantina (1148).