Il Palazzo Nicolaci, o palazzo dei principi, è qualcosa di spettacolare perchè dà la dimensione della ricchezza e dell’opulenza che la città di Noto ha vissuto in un epoca ormai lontana. Lo stile è puramente barocco, come la maggior parte degli antichi palazzi e monumenti cittadini, e la sua costruzione risale ai primi decenni del 1700, anche se i lavori durarono fino al 1765. Il progetto è stato attribuito a Rosario Gagliardi, cui partecipò anche il suo allievo Vincenzo Sinatra. L'edificio, che si compone di novanta stanze, è nato come residenza nobiliare urbana della famiglia Nicolaci la quale ha mantenuto la proprietà di un’ala, cedendone l’altra al Comune di Noto che l'ha adibita a Biblioteca Comunale fin dal 1817, grazie alla generosità dei privati, soprattutto del principe di Villadorata.
La famiglia Nicolaci
Una famiglia borghese che, proprio nel periodo successivo al tremendo terremoto del 1693 che distrusse l'antica città di Noto, si trova nel pieno della sua ragguardevole posizione sociale nell'alta borghesia della città di Noto. I Nicolaci erano già gestori delle tonnare della costa siracusana che da Cassibile andava fino a Pachino ma la loro ricchezza venne incrementata con l'acquisto di diverse proprietà terriere nel siracusano. Ma ciò non bastò, dato che i Nicolaci, negli anni pre e post terremoto, si imparentarono con le famiglie nobiliari del comprensorio, i Salonia, Guzzardo, Bellia, Statella e la loro fortuna crebbe ancor più grazie ad accordi con le grandi famiglie netine dei Landolina, Impellizzeri, Trigona e Di Lorenzo. Nel 1701 la famiglia Nicolaci acquisisce il primo titolo di "Baroni di Gisira e Bonfalà" e con Corradino Nicolaci iniziano i lavori di costruzione del loro primo palazzo dopo l'acquisto, nel 1701, del feudo di Bonfalà. Lo stemma della famiglia è il levriero rampante che si appoggia alla colonna.
Alla morte prematura di Corradino, l'erede è il figlio Giacomo, anche se l'amministrazione della baronia rimane nelle mani della nonna Eleonora fino a quando Giacomo non finisce i suoi studi e la sua completa formazione attraverso il Gran Tour in Europa e la sosta in Francia, a Montepellier. Quando Giacomo ritorna in Sicilia ha ben chiara l'idea di questo Palazzo la cui facciata rappresenta una sintesi di stili dal '500 al '700.
Giacomo Nicolaci
Barone di Bonfalà, Recalcaccia, di Ogliastro e del Burgio e questore Criminale della città di Noto, fu un esponente di spicco della famiglia e forse uno dei personaggi più affascinanti della Noto di quel tempo. Studioso di ottica, storia, astronomia, alchimia e di lingue, per la devozione con cui si dedicò agli studi, divenne anche Principe dell'Accademia dei Trasformati. Dai suoi viaggi in Francia, precisamente dopo la sua permanenza a Montpellier, sembra che portò in Sicilia il progetto del suo palazzo, Palazzo Ducezio, detto anche Palazzo Villadorata. Giacomo non volle mai sposarsi e quindi non ci furono suoi eredi discendenti. Alla sua morte, il palazzo con la ricchissima biblioteca e le baronie di Binfalà vennero ereditate dal fratello Ottavio, il quale sposò appena ventenne una Di Lorenzo: Girolama. Recentemente, nel 2015, è stata restaurata la lapide sepolcrale collocata all'ingresso del maestoso palazzo che immortala il nome della famiglia.
Corrado Nicolaci
Corrado, Principe di Villadorata in quanto primo acquirente del titolo e Accademico dei Trasformati, donò 2817 volumi di pregiato valore per la fondazione della Biblioteca Comunale di Noto. Dopo l’Unità d’Italia fu Sindaco di Noto e le sue tonnare, quelle di Marzamemi e di Portopalo, furono le principali di tutta la Sicilia. A questo Principe ed alla sua sposa, la nobildonna Innocenza Impellizzeri, è legato il momento storico relativo alla ricostruzione.
Corrado Nicolaci Landolina - Noto, Sr 1862 - 1902
Il Palazzo “Nicolaci”, conosciuto come Palazzo Villadorata, è unico al mondo per gli stupendi saloni e per quelle meravigliose “chimere”, i “grifoni”, i “cavalli alati”, e le “sirene” che sostengono quei balconi mozzafiato, che costituiscono spettacolare corollario alle varie edizioni dell’Infiorata di Noto, dominandone superbamente l’evento.