
Città del Vaticano – La notizia della morte di Papa Francesco scuote il mondo intero. Il pontefice argentino, primo gesuita e primo sudamericano a salire al soglio di Pietro, ha segnato un’epoca di riforme, gesti di umanità e apertura verso i temi sociali più urgenti. Ma con la sua scomparsa si riaccendono anche i riflettori su oscure profezie secolari: quelle di Nostradamus e di San Malachia, due figure misteriose che da secoli alimentano interrogativi e suggestioni sul destino della Chiesa e del mondo.
Il "Papa romano" e l'ultimo pontefice
Secondo la Profezia dei Papi attribuita a San Malachia, vescovo irlandese del XII secolo, ogni pontefice è identificato con un motto latino. A Papa Francesco corrispondeva “Petrus Romanus” – Pietro il Romano – figura enigmatica che, nella profezia, chiuderebbe la lunga lista dei papi con un riferimento inquietante:
“In persecutione extrema S.R.E. sedebit Petrus Romanus, qui pascet oves in multis tribulationibus; quibus transactis, civitas septicollis diruetur, et Iudex tremedus iudicabit populum suum. Finis.”
Tradotto: “Durante l’ultima persecuzione della Santa Romana Chiesa siederà Pietro il Romano, che pascerà il gregge tra molte tribolazioni; passate le quali, la città dei sette colli sarà distrutta, e il tremendo Giudice giudicherà il suo popolo. Fine.”
Se davvero Papa Francesco fosse stato Petrus Romanus, allora il prossimo potrebbe essere… l’ultimo?
Nostradamus e il tramonto della Chiesa
Anche Michel de Nostredame, meglio noto come Nostradamus, ha scritto delle quartine criptiche interpretate da alcuni come riferimenti al destino della Chiesa. Una delle più citate è la 2:97:
“Roman Pontiff beware of approaching,
His city will be tried by foreign forces,
His blood shed, his crown broken,
Next to him the last Pope will dwell.”
Molti commentatori vedono in questi versi l’annuncio di un attacco alla Chiesa e l'arrivo del "Papa finale", forse coinvolto in uno scenario apocalittico. Le interpretazioni abbondano, ma il tono è sempre lo stesso: catastrofico, definitivo, inquietante.
Coincidenze o segni dei tempi?
La morte di Papa Francesco, con il suo carico emotivo e simbolico, cade in un momento storico teso: guerre, crisi climatiche, sfiducia globale nelle istituzioni. In questo contesto, la figura del nuovo pontefice sarà cruciale. Alcuni vaticanisti parlano di un “ritorno alle origini”, di un papa “romano” per nascita o spirito, capace di incarnare la tradizione più autentica in un’epoca di incertezze.
Sarà davvero “l’ultimo papa”? O solo un’altra tappa del grande viaggio della Chiesa?
Conclusione: tra fede e mistero
È facile farsi sedurre dalle profezie nei momenti di passaggio. Ma la storia della Chiesa è fatta di crisi e rinascite, di papi che sembravano ultimi e invece erano solo preludi. Il Conclave si prepara a eleggere un nuovo pontefice: il mondo guarda a San Pietro, sospeso tra la speranza del futuro e l’eco di un’antica, oscura promessa.
La verità – si sa – non è mai scritta nelle stelle, ma nel cuore degli uomini.