Ma il Castello di Mussomeli è legato anche alla vicenda della baronessa di Carini in quanto il padre, Don Cesare Lanza, a quel tempo signore della baronia, qui si rifugiò dopo il delitto. Per non parlare, poi, della vicenda d’amore del soldato innamorato della figlia di Manfredi e per questo condannato a morire nella torre. La disperazione del povero innamorato lo portò a gettarsi nel vuoto. Ecco perchè quando si parla del Castello di Mussomeli si pensa subito ai fantasmi che lo abitano ancora oggi. Si perchè sembra che uno di questi fantasmi sia addirittura apparso al custode del Castello, ma solo a lui, e gli abbia raccontato la sua disavventura, la più coinvolgente, quella legata al vero fantasma del Castello: Don Guiscardo de la Portes.
Il fantasma raccontò al custode tutta la sua storia: egli era figlio di un ricco mercante spagnolo e marito devoto e innamorato della bella Esmeralda in attesa del loro primo figlio. Un giorno del 1392 dovette partire con l’esercito di Re Martino I per sedare la rivolta di Andrea Chiaramonte. Dopo che il Chiaramonte, che ostacolava l’ingresso dei reali a Palermo, fu catturato e decapitato, desideroso di vedere il Castello di Manfreda (antico nome di Mussomeli), il soldato lasciò la città di Palermo diretto nel cuore della Sicilia. Durante il suo viaggio, però, venne attaccato dai soldati di Don Martinez, un uomo innamorato della bella Esmeralda, ma da lei rifiutato e desideroso di vendicarsi del rivale Guiscardo. Così il giovane cavaliere, ferito gravemente, fu rinchiuso nei sotterranei del Castello. Come narrò lo stesso Guiscardo al custode:
“Da buon cristiano avrei dovuto pregare. In un attimo di smarrimento, però, prima di morire imprecai contro Dio. All’improvviso avvertii di essere uscito dal mio corpo pur continuando a trovarmi nella stessa stanza. Dopo pochi istanti fui attirato dentro una lunga galleria buia dove sbucai in una vivida luce. Fui avvicinato da quattro spiriti vaganti, i quali mi riportarono indietro. Il Supremo mi aveva condannato a vagare per mille anni sulla terra per avere imprecato contro di Lui. Appena morto, presero il mio corpo e lo seppellirono di nascosto e il mio spirito restò vivo qui dentro il castello”.
In tanti a Mussomeli credono a questa storia, tanto più che Guiscardo è apparso, successivamente, anche ad un gruppo di turisti in visita al Castello.