Uno degli edifici religiosi più imponenti di Noto, costruito fra il 1704 e il 1745 su progetto degli architetti Vincenzo Sinatra e Rosario Gagliardi. La chiesa, situata lungo il Corso Vittorio Emanuele, arteria principale della città, ha una facciata armoniosa ma quello che attira subito l'occhio è l'imponente scalinata a tre rampe che conduce al bellissimo portale fiancheggiato da artistiche colonne barocche e tre nicchie, di cui due ai lati e una più piccola sopra il portale.
L'interno della chiesa è composto da una sola navata. Entrando, a sinistra si osservano:
Arco dei SS. Innocenti con il dipinto della Strage degli Innocenti (1706, Antonino Vizzini)
l’Arco del B. Andrea Conti con la tela (1724) raffigurante la morte di fra’ Andrea M. Conti di Anagni
sul lato destro nell’Arco dei Santi francescani una tela raffigurante San Corrado Confalonieri, patrono di Noto, in ginocchio assorto in preghiera e sostenuto da due angeli, mentre il confessore ne piange la morte (sec. XVIII), nel terzo arco la lapide sepolcrale (1756) di P. Giuseppe Bonasia il cui corpo si trovava nella chiesa dell’antica Noto e la tela raffigurante la Natività (1783), commissionata dal netino P. Salvatore Gallo.
Nell’Arco centrale sopra la porta che immette nel chiostro è collocata una tela (sec. XVIII), eseguita per la chiesa di Sant’Andrea e solo tra il 1950 e il 1960 pervenuta in questa chiesa, raffigurante San Francesco in ginocchio dinanzi alla Vergine, che implora dal Cristo l’indulgenza plenaria della Porziuncola di Assisi, in suffragio delle anime del Purgatorio
dopo la porta laterale, a sinistra e a destra della chiesa, le due cappelle dedicate a San Francesco d'Assisi e a Sant'Antonio di Padova, realizzate dallo stuccatore Giuseppe Gianforma, contemporaneo del Serpotta, su disegno dell'architetto Vincenzo Sinatra in cui sono collocate due pregevolissime tele:
l’Estasi di S. Francesco e la Predica di S. Antonio ai pesci
l'abside, contenente nella nicchia centrale la statua lignea dell’Immacolata
fra le altre opere custodite nella chiesa, ricordiamo in particolare tre monumenti funebri (sec. XIX) dedicati rispettivamente al principe di Villadorata, Mariano Nicolaci e Lorenzo (a sinistra prima del presbiterio), al marchese di Cannizzaro Giuseppe Trigona e alla moglie di questi (a sinistra e a destra dell'antiporta centrale).