Erice è stata attraversata da diverse popolazioni che hanno vissuto, combattuto e amato in questo luogo di mare e di monte, di sole e di pietra grigia. Qui Sicani, Elimi, Greci, Cartaginesi, Romani, Normanni, Svevi, Ebrei, Spagnoli, sono stati attratti dal luogo e forse non hanno fatto altro che anticiparne il suo destino: diventare il faro di pace del Mediterraneo, così come l'antica Erice accendeva fuochi nel recinto benedetto della dea della fecondità per segnalare la via ai marinai in cerca di approdo. Un cultore del bello, il conte Agostino Pepoli, costruì qui nel 1873 una sua "torretta" di studio e silenzio che oggi è stata restituita alla comunità internazionale come "Osservatorio permanente di Pace e Faro del Mediterraneo", con l'obiettivo di ricercare prospettive di pace e integrazione nel martoriato panorama del Mare Nostrum.
Ciò che resta oggi dell'antico Castello di Venere è opera dei Normanni (XII - XIII secolo) che per la sua costruzione reimpiegarono probabilmente il materiale proveniente dal tempio della Venere Ericina. Il castello era recintato da torri collegate tra loro da due cortine merlate e da un ponte levatoio, lo stesso di cui parlò nel 1185 il geografo arabo Ibn-Jubayr. Accanto alle torri si trova il Balio, bellissimo giardino all'inglese da dove si gode un panorama che comprende il golfo di Trapani, le isole Egadi e l'isola di Mozia fino a Mazara del Vallo e, nelle giornate più luminose, Capo Bon e la costa africana, da dove i Fenici sembrano ancora vicini.
Cose da vedere a Erice
Lungo il corso e nelle viuzze intorno, si ammirano le facciate barocche dei palazzi e le chiese di San Martino e di San Giuliano, entrambe normanne e rifatte nel Seicento. La Chiesa di San Cataldo custodisce opere del grande scultore siciliano Antonello Gagini e della sua bottega.
Le stradine intorno al secentesco monastero di San Carlo, come la via La Russa e la via San Carlo, sono di grande fascino. Al centro del reticolato medievale si trova il complesso di San Pietro con chiesa tardo trecentesca rifatta nel 1745 e monastero. Su piazza Umberto si affaccia il Museo Antonio Cordici che tra i suoi pezzi forti l'Annunciazione di Antonello Gagini (1525) e una testina di "Venere" nella sezione archeologica.
Costeggiando il retro di palazzi del Sei-Settecento si arriva alla Chiesa Madre (1314) con campanile quadrangolare con bifore. Di fronte stanno le mura ciclopiche del periodo elimo-fenicio (VII - III secolo a.C.). Merita una visita anche il Quartiere Spagnolo sorto nel XVII secolo.
I piaceri del borgo
L'olio extravergine di oliva Dop Valli Trapanesi e i vini Doc Grillo, Inzolia, Catarratto dei vitigni autoctoni delle colline circostanti, accompagnano i piatti saporiti della cucina ericina e trapanese. Tipici di Erice sono i dolcetti "di riposto", ripieni di conserva di cedro, cesellati dalle artigiane pasticcere.
Feste ed eventi da seguire a Erice
La settimana precedente l'ultimo mercoledì di agosto si festeggia da quattro secoli la Madonna di Custonaci, patrona di Erice, con una processione di barche in mare e una processione a terra per le viuzze del borgo;
La Processione dei Misteri si svolge dal Seicento ogni venerdì di Pasqua. Sei gruppi statuari lignei raffiguranti la Passione di Cristo sono portati a spalla lungo le vie del borgo dai rappresentanti delle maestranze.